Una opportunità per ripensare il nostro approccio educativo.
In questo tempo di particolare difficoltà sociale e consapevoli che in primo luogo i servizi educativi rappresentano per i bambini e le bambine un valore pedagogico indispensabile, la possibilità di offrire luoghi di esperienze e di gioco all’aria aperta può essere salutare e di aiuto.
Sappiamo bene che ancora non è possibile parlare di rischio zero e che dobbiamo imparare a convivere con questo virus prendendo tutti gli accorgimenti necessari e adottando le soluzioni migliori per rispondere ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie e sappiamo anche che questi bisogni non possono essere solo di tipo sanitario ma anche educativo, pedagogico, di socializzazione e di conciliazione dei tempi di vita personale e lavorativa delle famiglie.
Il metodo educativo dell’ Outdoor Danese (ispirato alla pedagogia ed al pensiero filosofico di John Dewey) è sicuramente una fonte di ispirazione: in questa pedagogia il gioco e la vita all’aperto sono considerati fondamenti nel percorso educativo e di conseguenza ogni attività ed esperienza ruota intorno ad essi.
Uno studio condotto in Norvegia (Fjortoft2001) ha mostrato i vantaggi che la relazione con l’ambiente naturale ha sui bambini e studi analoghi condotti sia in Danimarca che inghilterra (Callaway 2005) hanno confermato che il gioco all’aria aperta nelle diverse stagioni ha risultati positivi sul piano delle abilità motorie e linguistiche nonché sul piano della socializzazione e del rafforzamento emotivo.
Ma quali sono i principi di questa pedagogia?
In primo luogo sostenere il ruolo dell’ambiente nella relazione educativa, poiché da un lato il contesto naturale è maestro nel far affrontare sfide ai bambini e quindi nel far acquisire loro maggiore fiducia in se stessi e dall’altro l’ambiente esterno favorisce un “fare” di tipo collaborativo teso al raggiungimento di un obiettivo comune. Secondariamente favorire un apprendimento attivo e naturale nell’ambito del quale l’ambiente si trasforma in un contesto favorevole nel quale agire sulla realtà attraverso l’esplorazione. Terzo promuovere la salute ed il benessere psicofisico all’aria aperta, in linea con quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ci segnala stili di vita molto sedentari e quindi la necessità di fare una maggiore attività fisica. Quarto, favorire la sostenibilità e l’approccio ecologico che tradotto in un semplice concetto significa educare sin dall’infanzia i bambini ad assumere comportamenti rispettosi dell’ambiente. Infine, ma non per questo meno importante, l’aspetto culturale fatto di un insieme di esperienze e riferimenti teorici tesi a formare una solida base sulla quale sostenere la pedagogia Outdoor prima tra tutti la letteratura per l’infanzia densa di proposte che mettono in risalto il rapporto tra bambini e ambiente.
Il cuore di questo metodo educativo non è semplicemente “fare attività all’aperto” bensì riflettere sulle esperienze svolte nell’ambiente esterno e quindi agire un continuo collegamento tra le varie esperienze fatte di teoria e pratica, di monitoraggio e documentazione.
Un metodo che mette insieme apprendimento ed esperienza.
Nell’esperienza educativa di ContestoInfanzia la pedagogia dell’Outdoor è ormai entrata da tempo e la progettazione dei nostri servizi educativi favorisce l’apprendimento all’aria aperta come proposta pedagogica concreta.
Per questo riteniamo fondamentale diffondere il concetto che la pedagogia Outdoor non deve essere considerata una “soluzione momentanea” per affrontare la particolare situazione sanitaria che stiamo vivendo, bensì un metodo che offre riflessioni e spunti pedagogici validi ed efficaci.
Dott.ssa Francesca Bagni
Responsabile Qualità Cooperativa Sociale ContestoInfanzia
Counselor